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Lavoro

Lo stato di tossicodipendenza in quanto tale non è causa di riconoscimento di invalidità civile.

Nel valutare l’idoneità specifica ad un certo lavoro tuttavia il medico responsabile può decidere qualunque tipo di accertamento compresa l’esistenza di una patologia , come la dipendenza da sostanze legali o illegali, che rende impossibile esercitare determinate professioni ( come per esempio quelle che comportano la guida di automezzi). In questo caso all’aspirante lavoratore tossicodipendente non resta che cercarsi un impiego diverso.
L’art. 124 della legge 309/90 prevede che i lavoratori tossicodipendenti che intendono assentarsi per accedere ai SerT abbiano diritto alla conservazione del posto di lavoro per tutto il periodo del trattamento riabilitativo fino a un massimo di tre anni. L’assenza per un lungo periodo è equiparata all’aspettativa senza assegni degli impiegati civili dello Stato. Questa norma però viene raramente applicata perché gli obbiettivi della terapia prevedono in genere, al contrario , che una persona mantenga il lavoro. I familiari di un tossicodipendente, inoltre, possono chiedere l’aspettativa non retribuita, se concorrono al programma terapeutico.
Lo stato di tossicodipendenza rappresenta anche un motivo per la certificazione di svantaggio sociale in base alla legge 381/91. Il Ser.T. rilascia questa certificazione ai sensi dell’articolo 4 della legge. (aggiornato dalla legge 193/2000) ai fini di consentire l’inserimento lavorativo che l’articolo 1 considera scopo di un particolare tipo di cooperativa sociale ( tipo B). Tale legge non prevede competenze terapeutiche per tali strutture che pertanto assumono sulla base del comune diritto del lavoro. Tra i diritti dei lavoratori è ampiamente riconosciuto il diritto alla salute, tutelato, oltre che dalla legislazione prettamente sanitaria, anche dalla legge 626/ 95, dalla legge 309/90 e dall’intera legislazione sul lavoro. Il soggetto ha quindi il diritto di usufruire di tutte le facilitazioni previste per continuare le terapie eventualmente in corso, fatta salva la certificazione di idoneità fisica all’impiego rilasciabile solo dal medico competente.
In alcuni casi si è però verificato che alcune di queste strutture rifiutassero pazienti in trattamento farmacologico , per esempio con metadone.
Tale posizione non è a nostro giudizio legittima. Un paziente tossicodipendente in trattamento con metadone, infatti , non solo è idoneo a qualunque impiego (le Prefetture, nell’applicazione dell’articolo 75 T.U. 309/90, considerano tali terapie sufficienti a consentire il mantenimento della patente di guida) ma il farmaco viene somministrato per lunghi periodi proprio perché il suo effetto terapeutico è strettamente collegato alla ripresa di uno stile di vita socialmente adeguato, compresi gli aspetti professionali. A riprova di ciò il nostro servizio inserisce abitualmente persone tossicodipendenti in trattamento metadonico in Cooperative tuttora operanti in provincia di Brescia.
Osserviamo che la discriminazione nei confronti di questi soggetti, manifestata anche da interferenze da parte dei datori di lavoro nelle terapie mediche, è l’essenza dello svantaggio sociale a cui la legge 381 dovrebbe porre rimedio. Queste persone infatti avrebbero il diritto, come tutti gli altri, di lavorare senza essere penalizzate dal fatto di volersi curare. Un atteggiamento diverso nei loro confronti rappresenta a nostro parere una violazione degli articoli 3 e 4 della Costituzione configurando una evidente discriminazione in base a una condizione personale.
Qualora una persona tossicodipendente in trattamento si trovasse di fronte a pressioni per abbandonare la terapia che il medico ritiene necessaria in cambio di un posto di lavoro dovrebbe riflettere attentamente sul fatto che gran parte dei decessi per overdose si verificano a causa di disintossicazioni incaute e premature, effettuate spesso su pressione di persone non titolate a dare consigli di tipo clinico.
Sarebbe pertanto utile in questa evenienza consigliarsi con il servizio sociale del proprio Ser.T. in modo che la questione possa essere affrontata adeguatamente.

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